C’eravamo tanto amati
per un anno e forse pi№,
c’eravamo poi lasciati…
non ricordo come fu…
ma una sera c’incontrammo,
per fatal combinazion,
perch© insieme riparammo,
per la pioggia, in un porton!
Elegante nel suo velo,
con un bianco cappellin,
dolci gli occhi suoi di cielo,
sempre mesto il suo visin…
Ed io pensavo ad un sogno lontano
a una stanzetta d’un ultimo piano,
quando d’inverno al mio cor si stringeva…
…Come pioveva… come pioveva!
Come stai? Le chiesi a un tratto.
«Bene, grazie, disse, e tu?».
«Non c’e' male» e poi distratto:
«guarda che acqua viene gi№!».
«Che m’importa se mi bagno?»
Tanto a casa debbo andare
«Ho l’ombrello, t’accompagno»
«Grazie, non ti disturbar…»
Passa a tempo una vettura
io la chiamo, le fa: «no»
dico: «Oh! Via, senza paura.
Su montiamo», e lei montІ.
Cos¬ pian piano io le presi le man
mentre il pensiero vagava lontano…
Quando d’inverno al mio cor si stringeva…
…Come pioveva… come pioveva!
Ma il ricordo del passato
fu per lei il pi№ gran dolore,
perch© al mondo aveva dato
la bellezza ed il candor…
cos¬ quando al suo portone
un sorriso mi abbozzІ
nei begli occhi di passione
una lagrima spuntІ…
Io non l’ho pi№ riveduta
se e' felice chi lo sa!
Ma se ricca, o se perduta,
ella ognor rimpianger:
Quando una sera in un sogno lontano
nella vettura io le presi la mano
quando salvare ella ancor si poteva…
…Come pioveva… cos¬ piangeva!