(M. Conidi)
Mio padre mi lasciò un orologio d'oro del '63
come a dire che...
Attento ragazzo il tempo non aspetta
le cose che non dici mai
diventeranno cose che non sentirai...
le cose che non dai
diventeranno cose che poi non prenderai...
E mi portava qui
davanti a questo fiume ... come oggi qui
e gli dicevo
Si...la vita che voglio non sarà così...
prendere tutto e darsi a metà
mezze bugie, mezze verità
scoprire gli altri senza scoprirsi mai
sempre bene attento a quello che fai
Lui mi diceva
Guarda laggiù
oltre le case, oltre quel buio, guarda laggiù
Dall'altra parte del fiume la vita sorride e se ne va
io resto fermo a guardere oltre le luci della città
da questa parte del fiume restiamo io e te
da questa parte.....chissà perché
Scendevamo di notte verso quel litorale
forse in fondo potevamo provare
a lasciarci alle spalle questa vecchia città
il suo buio, la sua velocità
Tu dicevi - Tesoro, non le vedi le stelle
non ne ho viste mai tante così grandi e belle...
Se coprissero tutto, anche il nostro viso
con un' ora di pace, con un grosso sorriso
E io alzavo il tettino cosicché i tuoi capelli
ingrossati dal vento fossero più belli
costeggiando quel fiume potevamo arrivare
in un posto sicuro...dove stare a guardare
Tu mi dicevi
Guarda laggiù
oltre le case, oltre quel buio, guarda laggiù
Dall'altra parte del fiume la vita sorride e se ne va
io resto fermo a guardere oltre le luci della città
da questa parte del fiume restiamo io e te
da questa parte.....chissà perché
Da questa parte del fiume restiamo io e te
mentre la vita...chissà dov'è