(M. Conidi)

Figlio di Italiani d' America

mio padre è arrivato qua che era ancora piccolino
così tanto tempo fa...
Sulle spalle di mio nonno guardava i grattacieli
e gli chiedeva babbo, ma sono proprio veri?

Ed io ho un cognome italiano, mentre il nome è di qui
insieme hanno un suono strano
Come tutto quanto qui ha un odore di lontano
di cinema e di pizzeria
ha un odore di persone che un giorno sono andate via...

E la lingua non la so parlare
se non fosse per mia madre
certe volte lì in cucina lei si mette a canticchiare
vecchie melodie italiane di quel Festival dei Fiori
non capisco le parole, non capisco i suoni

Ma quando parla d'amore, allora parla italiano
e cerca vecchie parole per portarmi lontano
Con la luna e col sole
lei mi parla più piano
e mentre mi chiama amore, lei mi tiene la mano
mi tiene la mano

E di storie ne conosco cento, di miseria e di spavento
e di porti e di lampare, e passaggi in bastimento
e di parenti lontani...che è Natale se li sento
da un paese di limoni...che non ho visto mai
Ma che conosco sapori, abitudini e profumi
messi su fotografie che non hanno mai i colori
E quando giocano a pallone sul balcone ho un tricolore
e mio padre in canottiera che ancora si commuove

Quando parla d'amore, allora parla italiano
e cerca vecchie parole per portarla lontano
Con la luna e col sole
lui le parla più piano
e mentre la chiama amore, lui le tiene la mano
Le tiene la mano

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