Con uno straccio di cappello da tanghèro mentre inciampo giù dai merli,
l'eterno sigaro che brucia in quanto eterno, come gli angeli e gl'inferni
e le parole che non sono di parola, che non pagano da bere,

che frugo in testa e nella gola come il vento fruga in tasca alle bandiere.
E poi scavalco la gincana dei ponteggi con il rosso dei fanali
scavalco ex vomito, calpesto topicida, ci sto attento agli stivali;
scalo a Terralba, le tossine se ne vanno dentro il loro treno merci.
Io le saluto col cappello: addio tossine, anzi, tossine, arrivederci

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