Era un freddo mattino di un giorno d'inverno,
l'aria era piena di sogni e paure,
Renzo Bersani con gli altri operai
per un futuro che non sarà mai.
Angelo Appiani, di anni trenta,
condannato a morte senza sentenza,
aveva lottato contro i tedeschi,
finiva in un colpo la sua Resistenza.
Arturo Chiappelli provò anche a scappare
lungo i binari che correvan lontano,
ma un mitra bastardo lo prese di netto,
di rosso macchiò il suo nero cappotto.
Alla Crocetta erano in tanti davanti
ai cancelli della fonderia,
volevano pane e lavoro per tutti,
vennero uccisi e cosi sia.
Roberto Rovatti portava un cartello,
venne picchiato con il calcio dei fucili,
a sangue freddo gli spararono addosso,
come una bestia buttato in un fosso.
Ennìo Garagnani aveva vent'anni,
corse via in fretta per la paura,
un colpo solo fermò la sua fuga,
pistola vigliacca lo prese alla nuca.
Arturo Malagoli guardò verso il cielo,
pensava che forse potesse salvarlo,
un altro sparo esplose assassino,
colpendolo a morte senza avvisarlo.
Di quella fabbrica e quel giorno
d'inverno restano solo finestre sventrate,
restano solo mattoni spezzati,
mattoni e ricordi mai cancellati.
Alla Crocetta erano in tanti
davanti ai cancelli della fonderia,
volevano pane e lavoro per tutti,
vennero uccisi e così sia.
Volevano pane e lavoro per tutti,
vennero uccisi e così sia.
(Grazie a Andrea per questo testo)