Jenny si è svegliata e alla finestra vede che
non c'è più insalata nel giardino del re
l'erba del vicino l'ha bruciata il sole
si accarezza la piantina tutta da se
e non vuoi credere che
il mondo muore
scendi al fiume e siediti con me
finchè finchè l'acqua scorrerà
vedrai che il domani arriverà
Jenny ormai ha capito che è ammalata la città
fiuta l'aria non respira ha paura
e allo specchio nuda vedi il seno crescere
ma non cresce il futuro davanti a te
ma non sai che fare e
e vuoi vedere se
scendi al fiume e spogliati con me
finchè finchè il sole brucerà
vedrai che il domani arriverà
finchè finchè l'acqua scorrerà
vedrai che il domani arriverà
Questa è la storia di Jenny
ha meno di due decenni
fra gli incubi perenni
dimentica gli impegni
non vuole il sole
ne i suoi raggi solenni
indegni di bruciare la sua pelle che ha già troppi segni
rifiuta gli assegni
che propone un imprenditore
per ore di sudore
senza accenni d'amore
il domani è scuro
vede il suo futuro buio
per lei è sempre l'11 settembre
il seno una nudità
la città sa di fogna
manda alla gogna chi sogna
qua qua chi ama se ne vergogna
la verità non si lascia cogliere come il polline
ma ma il fiume continua a scorrere
Jenny io sono come te cresciuto all'ombra di un sole spento
aspettando il mio momento
coltivando il mio talento
scappato da un tempio
da una voce a cui una voce non ha sul tempo
finche finchè l'acqua scorrerà
vedrai che il domani arriverà.
(Grazie a PaolaNasca per questo testo)