In una valle a due passi dal mare,ora galleggia un paese.
In una minestra scura di ruote,di corda,di navi,elicotteri e case.
Lo vedi che non c'è preghiera,che non c'è muro forte abbastanza.

E non c'è altezza,né distanza che basti.
E allora in cosa credi?
Non hai una frase,una parola chiave?
Un altare per inginocchiarti,una statua antica da baciare?
Credo alla stranezza del tutto,all'ingegnosa perversione che ci ha messo al mondo.Certi,ad imparare questa confusione.
Lo credi che ci sia un momento di sfogata comprensione.Al primo suono emesso da tuo figlio,alla perdita di un genitore.
Credo alla stranezza del tutto,all'istante fatale in cui tutto si compie.Che sia nascita,amore,morte o incontro.

E le parole,tutte queste parole.Questi libri di avventura e amore,sono tetti di paglia,rifugi,trincee per resistere a tanto insistito dolore.
Gli abbracci ,i sorrisi e le candele accese.I pochi mezzi di cui disponiamo,le nostre piccole armi.
E allora in cosa credi?
Non hai una frase,una data memoria,più duratura di qualsiasi legge.
Credo che scivola e sfugge,e quanto è breve lo capisci alla fine.
E'una sfuriata e non resiste appiglio,e ricomincia tutte le mattine.
Si vive solo questo,si vive.E non c'è altro da fare.
Ed è forza a chi cade in salita,e dolcezza a chi vuol farla finita.
Ogni giorno è inaspettato e tutto arriva senza spiegazioni.
E ti confonde con le emozioni,e ti commuove e non dà soluzioni.
E le parole,tutte queste parole.Questi libri di avventura e amore,sono tetti di paglia,rifugi,trincee per resistere a tanto insistito dolore.
Gli abbracci ,i sorrisi e le candele accese.I pochi mezzi di cui disponiamo,le nostre piccole armi.

E le parole,tutte queste parole.Queste nuvole di nebbia e fumo.Sono prati di neve,torrenti di pioggia,momenti di ombra e respiro.
E i sogni,le carezze ai figli addormentati.I pochi mezzi di cui disponiamo,le nostre piccole armi.
In cosa credi?
In cosa credi.

(Grazie a Vivien Dubois per questo testo)

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