Il vecchio dondolava
in quel suo lento camminare
e saliva la strada
lunga e faticosa
per le sue deboli gambe
che hanno percorso
quasi una volta il mondo
picchiettando il terreno
con il suo spoglio bastone
sempre più giovane di lui
ansimava ogni tanto parola
qualche fischio lontano
agli uccelli che chiamano
e un opaco saluto
sincero e assai vero ai viandanti
sul sentiero per la vita
povero innocente uomo
(Rit.)
Sei come la pianta
più stanca di un bosco
che nessuno considera più
hai una tasca scucita
e una mai aperta
occhi chiusi a finestra
al passaggio del sole
tu guardi con paura un'altra sera
o una festa comandata
e intanto pensi a quei tre figli
che ti hanno ormai scordato
Verrà a prenderti un sogno
sarai giovane e inesperto
poi ti porterà via
attraversando il parco
su quella roccia scrivesti
vernice rossa “questa è la mia dimora”
la tua baita starà
sotto la neve al riparo
da tutti i mali dell’età
in segreto chissà quanto tempo
quello è il posto
per altri bastoni che sboccino
e per chi poggerà
il suo respiro nel vento
del giardino sulla pietra
con quella frase
casa dei giovani amanti
Rit.
Passasti li per caso
tu che hai già avuto i tuoi domani
e profumi e sorrisi
ora ti chiameranno
per tutti sarai “Nonno sasso”
vernice rossa
e un’altra vecchia lacrima
una lacrima vecchia
(Grazie a Tiziana Furma per questo testo)