Album: Dodici lettere d'amore
Se sapessi come parlano ancora male di te
senza avere mai visto il tuo sguardo febbrile
la magia che veste le tue ceneri impazzite
delle primavere i fiori e dei fiori l'aprile.
Se sapessi come ridono ancora di te
senza sapere il rigore delle tue vane speranze
dei tuoi figli lontani e di quelli perduti
per le strade dei sogni e delle dimenticanze.
Se sapessi come dicono male di te
senza avere mai visto i tuoi tramonti d'inverno
i tuoi vestiti cenci d'altera vecchiezza
i tuoi giardini vuoti il tuo paradiso-inferno.
Il mare d'ottobre profuma d'agosto
e svelta cacci le nubi
sulla tua tua fronte un'ombra accennata
dal mio profilo rubi
e dimmi quanto durerà questo teatro impazzito
questo maledetto bisogno d'abbandono infinito.
dove hai rubato il trionfo
delle luci avvolgenti
che ti sfiorano il viso
che regali alle tue genti
e dove te ne andrai se a nulla sarà servita
questa redenzione improvvisa
questa vita non vita.
Di nuovo a casa.
per dirti quanto ti ho amata.
di nuovo a casa.
che non ti ho mai dimenticata.
per sapere se è vero
che di notte aspetti seduta
aggrappata al mistero
della tua sofferenza muta.