Le dissi: Dormi ancora un po' e poi partiamo
Fra stelle gocciolanti ad una ad una
Le chiesi solo il tempo di salire su
E tagliare il filo antico della luna
Le regalai sorrisi bianchi e notti scure
Le raccontai una storia di Picari gentili
Si mise a urlare: Hombre!! Questa notte voglio stare qui!
Mentre Cordova si specchia nel Guadalquivir.
Ma inventerò un paio d'ali solo per farti volare
In una notte più grande del mare
Farò un castello di rose con cinquecento animali
In un paese di fragole e miele
Va a farsi fottere il male, le cattive parole
Resta il sapore di mandorle e marzapane
Ma è il tuo calore che chiama, mescola l'aria vicina, di un'alba nordafricana
In questa terra di luce lontana.
E ripartimmo ancora insieme
Come foglie al vento in un viaggio verso un'altra via
Le disegnai due sfavillanti viole, dettagli futili
E un po' di poesia
Restò un ricordo inerme e senza alcun dolore
Portò con se i suoi occhi per bruciare nuove aurore
E adesso, io costruirò gli aquiloni in bianche notti lontane
Specchi d'allodole e feste girane
Tramanderò le orazioni di vecchi e stanchi sciamani
Mulini a vento, ronzini e rituali
Per continuare a lottare contro i più stupidi amori
Pastori erranti di notti bianche e senza confini
Ma è il tuo calore che chiama, mescola l'aria assassina, grottesca, pia e madrilena
In un lamento di lune, di banderillias lontane,
chitarre spente e poesie catalane.
C'è un solo ponte d'amore, rosso di brevi parole
Fiori d'alambrha e raggianti candele
C'è una finestra ogivale, solo per farti scoprire
Alberi immensi e tramonti, occhi di sangue ed arene.
Ma è il tuo calore che chiama, scaraventando la luna
Di un sogno in forma gitana e con la luce ti risveglierai.
C'è ancora un po' di Andalusia negli occhi tuoi.
(Grazie a Laura Liistro per questo testo)