Non mi è bastato, no,
l’amore avuto in prestito da te...
vuoto a rendere,
riprenditelo tu così com’è.
Stai cadendo giù
come intonaco dalle pareti
e sprechi un mondo tuo di balle
che non reggono più…
li ho già grattati via
come un solletico
d’inconveniente i tuoi profeti
e certe assurdità sull’utopia.
Non trovi meno astratto
che l’autonomia sentimentale
sia abolita sempre dal concetto esatto
per il quale un sintomo d’amore
si misura in dosi come
un recipiente?
Ma poi se ti guardo
mi eviti gli occhi
come quando
si è colpevoli o vecchi,
e sai che c’è?
C’è che ognuno
fa quello che vuole,
e tu non hai idea
di cosa sia l’amore… e no!
Cosa ne sai del fatto
che si spacca in due la testa,
il mondo, tutto
quando un altro affetto
ci si attacca addosso
e poi non resta
che quel chiasso in mente
a forza di capire il più importante.
L’hai capito o no?
Si può avere tutto e subito,
però non è così che va
la mia libertà!
Se vuoi, se ci tieni
e l’idea ti consola,
da domani mi puoi stringere ancora
sai che c’è?
C’è che ognuno fa quello che vuole
e tu non hai idea di cosa sia l’amore, e no…
no!
Ci sei riuscita intanto
a lasciarmi un altro buco in petto
e i miei segreti che ti ho detto
come biancheria sporca
lì ammucchiati sulla porta …
e avanza anche da sé
come una pelle o la mia barba
questa bugiarda convinzione
di confondere te con un’usanza di quelle
che riguardano il cuore.