io sperai di esser tre quelli
che camminano le vie ribelli
stelle di stelle
sudici eroi
quei cialtroni degli artisti
scopatori pederasti tristi
incantatori aquilonisti
egoisti
quelli che qualcuno cresce
al riparo dalla realtà
fuori dai guai
senza un'età
soli
quelli che son tutto e niente
che non vivono mai veramente
ma neanche poi
muoiono mai
io in che parole fuggirò
polvere e sere corse via
dentro il bicchiere clessidra
che butto giù
come un timbro dolce agro
si staccò da quel suo corpo magro
e un fumo blu
l'accarezzò
nelle pieghe delle mani
sciolse il tempo con monotonia
sempre così
fu questa mia storia
spinse tutto il fiato in gola
e una lunga ruvida parola
e il mondo lì
senza di noi
anche le stelle bruciate lassù
dal palco scesero
a popolare i sogni della gente
si spense il viso
il suo sorriso
e la voce
(Grazie a andygarcja per questo testo)