(L. Lopez/R. Fogli)
Si spegne la luce e non sai più chi sei,
il buio lava tutto, forse sporca di più.
Per questa sera niente pigiama,
a casa mia lo metto ogni sera
è lì piegato dalla mia parte
che non cambia mai;
ma vengo qui ogni volta che posso
da questa donna che non è mia
ecco il regalo che ti ho promesso:
accettalo, è tuo;
e in queste ore di false illusioni
vivo nell'ombra dei miei desideri
e prendo a calci la mia confusione,
ma è tardi oramai.
Sono le due: io devo andare,
chiusa la porta diventa normale
cerco una scusa da dire a casa:
le stesse di sempre, ma lei non fa più niente.
Ormai non vuol più niente e poco dà:
due vecchi amici,
io sono già lontano e ancora lei
sa offrirmi la vita e i sogni suoi.
Le porgo un regalo:
non so poi perché anche a lei
in fondo mi è costato così poco di più.
Apre il pacchetto, è felice, che strano,
sai, non sapevo che prenderti, dico
sempre di corsa, sempre in ufficio
io vivo per noi,
le scende una lacrima, penso, di gioia
si stringe il regalo più forte che può
la seguo curioso, mi sento importante,
non piange di gioia:
guardo il regalo che ho comperato,
sopra c'è un nome, non il suo
mi sento un piccolo, inutile uomo
e non parla, lei
mi vengono in mente le cose più strane
oh, come son calde le sue mani,
guardo quegli occhi tanto grandi:
gli stessi di sempre, non le ho mai dato niente.
Se vuoi proviamo a ricominciar
noi, vecchi amici
le mani sono strette, stretto a te
mi sento un uomo in casa mia.

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