(di Mario Castelnuovo) 
Ave Maria a questo salto mortale,
										
come ogni volta ci ritroviamo riflessi,
come in tutte le guerre, a morire, 
siamo sempre gli stessi..
fa che l'inverno sia corto 
e i calzini resistano 
a un'altra gelata,
e l'estate sia timida..
e fa che i figli, o i figli dei figli
dei filippini o dei tuoi altri figli adottivi,
smettano in tempo e per sempre 
di farci da schiavi,
e ognuno prenda in consegna 
i suoi padri e i suoi figli
e li avvi alla vita, 
e li allevi alla musica..
Ave Maria, 
accendi le stelle del cielo
ad una ad una, 
come le candele di un altare,
ad una ad una, 
che sto imparando a pregare..
che lo sapevo che un'aquila 
può essere devastante
dirottata tra i polli, 
non ho saputo frenarmi,.
E fa che, infine, 
più che il diritto delle cose
possa il rovescio commuoverci, almeno,
come se morire fosse la vita 
indossata al contrario,
appassionata, furiosa, dolente e felice, 
com'è giusto che sia,
e che odori di musica,
e quella con la mu maiuscola..
(Grazie a Luigi per questo testo)