(di Mario Castelnuovo)

Io sono un piccolo giudice,
e scendo da molto pi? su,
da una terra di nebbia impalpabile
a una terra di argenterie,
coi picciotti da mettere in riga
e un silenzio d'oriente che c'?,
quando il sole riscalda i limoni,
e l'odore che sale al cervello
mi parla di te

Io sono un piccolo giudice,
e, in fondo, paura ce l'ho
le serrande abbassate alle nuvole
e i vestiti pesanti che avr?
quando l'afa che sale dal mare
porta un senso di malinconia
ai soldati qui sotto al portone
e gli tiro gi? l'acqua per scherzo,
e per scherzo andr? via

La beretta a portata di brivido,
ed un pranzo di pesce laggi?,
coi ragazzi di scorta ad un tavolo,
e si parla e si ride di pi?
che se penso ad un giorno qualunque,
a un ragazzo di macelleria
che mi spezzer? il cuore di schianto,
non lo nego che poi l'appetito
di botto va via
ma se penso che un giorno qualunque
dovr? smettere e andarmene via,
mi si spezzer? il cuore lo stesso,
questa terra ? memoria ed ? sangue,
ed ? nostalgia

Io sono un piccolo giudice,
e in Sicilia ci resto, lo so
Siciliana, terra nera
come pietra d'ossidiana,
Siciliana, terra nera
Siciliana, terra chiara
come perla di collana,
Siciliana, terra chiara

(Grazie a Luigi per questo testo)

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