Racconta pure, del momento in cui lo hai saputo
delle volte che lo hai voluto e del pericolo sventato
e della fame, della fame che gli hai risparmiato

della bocca che non s'è sporcato,
con il cono di un gelato
e quel dottore senza dolore,
mani di velluto.

Racconta pure di quella voglia di tornare indietro
di quelle reti da pescatore
che lasciavano nel mare.
La tua mano stretta forte,
la tua trappola in discesa
il tuo angelo di morte
suggerisce la tua resa
a guardarti dentro gli occhi sembri un sogno quasi fatto male
ma la mano che ti sveglia questa notte non è mano d'amore
è solo un ago che t'entra
a stimolarti il dolore,
ma all'angolo della strada appoggiato al futuro
non ci sarà nessuno
che chiede un giro in bicicletta o a soffrire come un bambino
e alla vita, alla morte e alla strada
lui non ci penserebbe ancora
a quante stanze ha la tua casa e a quanto guadagni l'ora
a quanto è stupido il sorriso della gente che ora ti consola.

Io ti racconto del mondo che non ho conosciuto
della vita che non ho vissuto
e delle cose che non ho saputo.
Di quelle navi,
di quelle storie da marinai
di quelle strade e di quei via vai
di quei buongiorno e di quei come stai
di questo buio senza colore di questi occhi miei.
Del mio rischio di un piede in fallo
sbagliare e rifarlo ancora
di soffrire quando ci s'innamora
e di tremare quando c'ho paura
e della fame della fame che non ci spaventa
della musica che ci addormenta
e del freddo che ci ammala
e del rifugio che ci accoglie la notte sotto le lenzuola.
Questa scelta che ti arma la mano e che ti accende la luce
ti fa donna moderna,
ti fa donna che piace
ma all'angolo della sera, stanotte c'è un gatto sopra il tetto
lui ne ha viste di strade e di gente passare sotto
e della vita, della morte e del vento
lui non si chiede niente
guarda il cielo e verso le stelle che si sono spente
guarda il mondo e cerca la musica ma non la sente.

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