Dalla sbarra degli imputati signor giudice voglio parlare,
non leggerò comunicati, non mi sono mai pentito io;
sono un uomo di poche parole e so già che non potrete capire,
ma lo stesso io voglio parlare e adesso voi mi dovete ascoltare;
io vengo da lontano, da molto lontano, dalle profondità del tempo,
dalla soglia del valore oltre il confine del disprezzo,
sono nato dal passato, sono figlio del sacrificio,
ho lottato nel presente perché il futuro potesse ancóra essere
rit:
La mia idea, la mia idea è il profumo, è la bellezza,
la mia idea, la mia idea è l'alba ed è il tramonto,
dalla sbarra degli imputati la mia idea voglio lanciare,
duro pegno di lotta e sacrificio per chi la vorrà accettare
Ho vissuto la speranza, il mio cuore l'ha pompata,
le mie vene l'hanno accolta, la mia mano l'ha impugnata;
non ho avuto paura se non di fallire
anche se non ho ancóra l'età per morire,
non ho mai risopettato, no! le regole del gioco,
non m'importa di cosa sono accusato,
non m'importa se dopo sarò condanato,
non m'importa del tuo disprezzo,
della tua legge e della tua morale;
ho lottato e lottato in questi anni,
non mi avete piegato, non mi avete spezzato,
non mi avete zittito, no!
non mi avete mai comprato.
rit.
Perché nella mia lotta c'è l'odio, perché nella mia lotta c'è il sangue,
perché nella mia lotta c'è l'onore, la fedeltà e tanto amore:
sì, l'amore per quello che è stato, la speranza per ciò che sarà,
il disprezzo sacro e bello per la tua meschinità.